L’immunosoppressione richiede una terapia individualizzata, tenendo in considerazione fattori come età, condizione clinica del paziente, tempo trascorso dal trapianto e altri farmaci assunti. La dose di farmaco assunta dal paziente, infatti, deve essere tale da poter prevenire il rigetto d’organo, ma al tempo stesso non deve generare degli effetti tossici. Per questo motivo il Monitoraggio Terapeutico dei Farmaci (TDM) è fondamentale affinché la terapia immunosoppressiva possa generare un beneficio clinico al paziente. Il laboratorio deve quindi garantire che il test utilizzato sia il più sensibile e specifico possibile, così che anche il risultato ottenuto sia affidabile. Proprio per questo che in questo lavoro sono state valutate le differenze tra il metodo immunometrico e il metodo LCMS. I risultati ottenuti indicano che quando bisogna scegliere il metodo analitico da adottare in laboratorio, bisogna valutare specificità, sensibilità e accuratezza del metodo, ma anche i costi.