Abstract
Introduzione: Negli ultimi anni, i dispositivi Point of Care Testing (POCT) hanno visto una rapida
crescita nel loro sviluppo e utilizzo. Tuttavia, nonostante l'enorme potenziale nel migliorare
l'assistenza sanitaria, i POCT non sono ancora pienamente integrati nelle cure primarie. Negli Stati
Uniti, lo sviluppo dei POCT ha portato alla chiusura di molti laboratori ospedalieri tradizionali,
mentre in Italia iniziali resistenze dei professionisti del laboratorio ne hanno rallentato l'adozione.
Metodi: Questo studio esplora gli atteggiamenti dei medici di base nei confronti dei POCT, attraverso
un'analisi sistematica della letteratura e delle evidenze scientifiche. Vengono esaminati i benefici, le
preoccupazioni e le sfide legate all'integrazione dei POCT nelle cure primarie.
Risultati: I risultati evidenziano che i dispositivi POCT migliorano la certezza diagnostica e la
comunicazione medico-paziente. Le preoccupazioni iniziali sull'accuratezza e i costi sono state
smentite da recenti evidenze scientifiche. L'utilizzo dei POCT, supportato da una formazione
adeguata dei Tecnici di Laboratorio Biomedico, offre un'importante opportunità per la diagnostica di
prossimità, promuovendo un rinnovamento della sanità territoriale.
Conclusioni: Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede la creazione delle Case di
Comunità, l'incremento delle prestazioni in telemedicina e teleassistenza e il potenziamento
dell'assistenza domiciliare, integrando i POCT per una sanità più vicina ai cittadini. Questo studio
sottolinea la necessità di una governance multidisciplinare e di investimenti costanti nella formazione
per garantire l'efficacia e l'efficienza del sistema POCT, favorendo l'integrazione tra ospedale e
territorio.
Parole chiave: Point of Care Testing, diagnostica decentrata, Clinical Governance, assistenza
sanitaria territoriale, assistenza domiciliare.