17 marzo 2020
Comunicato SITLaB
Coronavis. Ecco come i Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico “scovano” il SARS-CoV-2.
h15 marzo 2020
Comunicato SITLaB
15 marzo 2020
Comunicato SITLaB
Corona Virus: le misure su DPI
14 marzo 2020
Comunicato SITLaB
Test molecolari
Diasorin sta attendendo certificazione CE e FDa per presentare un «innovativo test molecolare per l’identificazione rapida del nuovo coronavirus Covid-19».
Test che permetterà di ottenere risultati entro 60 minuti rispetto alle 4 – 5 ore attualmente necessarie.
Sono state attivate oltre 150 sequenze virali pubblicate nel database mondiale delle banche genetiche e disegnato un test destinato a rilevare tutte le varianti attualmente conosciute del Coronavirus Covid-19».
Riteniamo di fondamentale importanza sviluppare un test per l’identificazione del Coronavirus in grado di fornire risultati precisi in tempi rapidi e orientare al meglio le decisioni cliniche.
I vaccini
L’ talia è in buona posizione anche nella ricerca sul vaccino. Potrebbe arrivare entro marzo il via libera ai test per il vaccino progettato dalla Takis, costruito al computer e ottenuto clonando un frammento dell’informazione genetica del virus nei filamenti circolari di Dna presenti nei batteri.
Un’altra azienda italiana, la ReiThera, attende in aprile il via libera per i test del vaccino basato su un adenovirus degli scimpanzé, reso inoffensivo e trasformato in una navetta che trasporta la sequenza genetica della proteina spike, ossia l’arma che il coronavirus utilizza per invadere le cellule del sistema respiratorio umano.
E, sempre in Italia, la Irbm, si prepara a produrre il vaccino progettato dall’Istituto Jenner dell’università di Oxford nel suo laboratorio Gmp per preparare le dosi necessarie ai test che saranno condotti in Gran Bretagna.
Nel mondo i progetti di vaccino allo studio sono una ventina.
13 marzo 2020
Comunicato SITLaB
Un test rapido per accertare se una persona sia o meno stata colpita da Coronavirus. Un test che, attraverso un esame del sangue, svelerà il risultato in un’ora. Sarà il San Matteo di Pavia che, insieme allo Spallanzani di Roma ha completato gli studi necessari per supportarne l’approvazione, ad averne la disponibilità, probabilmente entro marzo.
Eccellenza Pavia
Per Fausto Baldanti, professore di “Microbiologia e Microbiologia clinica” nell’Università di Pavia e responsabile del laboratorio di Virologia molecolare del San Matteo, è motivo di «soddisfazione», per il fatto – spiega – «che il San Matteo, come lo Spallanzani, siano stati scelti come centri di rifermento».
DiaSorin, Spa che opera nei segmenti dell’immunodiagnostica e della diagnostica molecolare, ha annunciato il completamento di “Ce” e “Fda Eua”, presentandolo come «innovativo test molecolare per l’identificazione rapida del nuovo coronavirus Covid-19». Test che permetterà di ottenere risultati entro 60 minuti rispetto alle 5-7 ore attualmente necessarie con altre metodologie. «Ci siamo attivati non appena sono state rese pubbliche le informazioni sulla sequenza genetica del virus, collaborando con i Centri di riferimento italiani e statunitensi per sviluppare test molecolari veloci e accurati per fronteggiare questa emergenza sanitaria», hanno sottolineato i vertici della società. Spiegando: «Abbiamo analizzato oltre 150 sequenze virali pubblicate oggi nel database mondiale delle banche genetiche e disegnato un test destinato a rilevare tutte le varianti attualmente conosciute del Coronavirus Covid-19». E concludendo: «Riteniamo di fondamentale importanza sviluppare un test per l’identificazione del Coronavirus in grado di fornire risultati precisi in tempi rapidi e orientare al meglio le decisioni cliniche». Per Pavia, dunque, un motivo d’orgoglio: «È la dimostrazione che anche in questi momenti la ricerca non si è fermata per il miglioramento delle proposte diagnostiche e terapeutiche».
Ma l’Italia è in buona posizione anche nella ricerca sul vaccino. Potrebbe arrivare entro marzo il via libera ai test per il vaccino progettato dalla Takis, costruito al computer e ottenuto clonando un frammento dell’informazione genetica del virus nei filamenti circolari di Dna presenti nei batteri.
I vaccini
Un’altra azienda italiana, la ReiThera, attende in aprile il via libera per i test del vaccino basato su un adenovirus degli scimpanzé, reso inoffensivo e trasformato in una navetta che trasporta la sequenza genetica della proteina spike, ossia l’arma che il coronavirus utilizza per invadere le cellule del sistema respiratorio umano. E, sempre in Italia, la Irbm, si prepara a produrre il vaccino progettato dall’Istituto Jenner dell’università di Oxford nel suo laboratorio Gmp per preparare le dosi necessarie ai test che saranno condotti in Gran Bretagna. Nel mondo i progetti di vaccino allo studio sono una ventina. —
01 marzo 2020
Comunicato SITLaB
A proposito delle dichiarazioni del Presidente Regione De Luca sul ricovero TSLB dell’ Ospedale di Cremona in ferie in Campania.
Dichiarazione senza supporto e misure dalle Società Scientifiche.
Paura?
Non si deve temere nulla se si lavora per protocolli e con coscienza.
Di fronte a questi eventi
bisogna essere lungimiranti ex ante.
Per cui esprimiamo la nostra solidarietà e buona guarigione alla collega in quanto l’opinione di De Luca risulta indebolita dalla mancanza di evidenze.
27 febbraio 2020
Comunicato SITLaB
Una buona notizia arriva da Milano: i ricercatori dell’Ospedale Sacco hanno isolato il ceppo italiano del coronavirus. Lo annuncia il professor Massimo Galli, direttore dell’Istituto di scienze biomediche, che ha illustrato i risultati del lavoro di ricerca che procede ininterrottamente da domenica scorsa, coordinato dalla professoressa Claudia Balotta. Abbiamo isolato il virus di 4 pazienti di Codogno», spiega il professor Galli aggiungendo che «siamo riusciti a isolare virus autoctoni, molto simili tra loro ma con le differenze legate allo sviluppo in ogni singolo paziente». Si tratta di una scoperta che consentirà ai ricercatori di «seguire le sequenze molecolari e tracciare ogni singolo virus per capire cos’è successo, come ha fatto a circolare e in quanto tempo». Il passo successivo sarà quello di studiare lo sviluppo di anticorpi e quindi di vaccini e di cure da parte dei laboratori farmaceutici.A un mese dall’isolamento del virus cinese allo Spallanzani di Roma ad opera di tre ricercatrici precarie, ancora una volta è una squadra di donne a raggiungere l’obiettivo. Ci hanno lavorato nel laboratorio universitario dell’Ospedale Sacco di Milano, diretto dal professor Massimo Galli, la professoressa Claudia Balotta, le ricercatrici precarie, Alessia Lai, Annalisa Bergna e Arianna Gabrieli, il collega polacco Maciej Tarkowski, anche lui precario, insieme al professore associato Gianguglielmo Zehender, esperto di igiene applicata.In sei giorni e sei notti di lavoro hanno isolato il ceppo di tre pazienti italiani affetti dal virus che in pochi giorni ha sconvolto la vita degli italiani. «Siamo riusciti a isolare virus autoctoni – ha spiegato il professor Galli, direttore dell’Istituto di Scienze Biomediche dell’Università di Milano – molto simili tra loro, ma con le differenze legate allo sviluppo in ogni singolo paziente». Una scoperta che consentirà di «seguire le sequenze molecolari e tracciare ogni singolo virus per capire cos’è successo, come ha fatto a circolare e in quanto tempo» e soprattutto che cosa lo differenzia dal virus isolato alla Spallanzani. Il passo successivo sarà quello di studiare lo sviluppo di anticorpi e quindi di vaccini e di cure da parte dei laboratori farmaceutici.Il ceppo che abbiamo isolato – ha spiegato la professoressa Balotta – è di pazienti che si sono infettati in Italia e questo consente di studiarne le caratteristiche biologiche, l’infettività e la virulenza». In particolare con il sequenziamento molecolare sarà possibile «tracciarne il percorso nella popolazione italiana, per appurare se i due focolai siano effettivamente due o è uno solo, con la certezza non solo del dato anamnestico, relativo alla storia clinica del paziente, ma anche con lo studio sul genoma presente nei diversi pazienti». In qualche modo, aggiunge Balotta, sarà possibile «fare la datazione di ogni singolo virus per capire da quanto tempo circola in Italia.Una scoperta dalle molteplici potenzialità in quanto l’Istituto di Scienze Biomediche è pronto a «isolare i virus di tutti i pazienti ricoverati» e a «collaborare con tutti coloro i quali ci chiederanno l’isolato» per trovare nuovi farmaci, oltre a quelli già sperimentati su Ebola e anche i possibili vaccini.
28 febbraio 2020
Comunicato SITLaB
L’emergenza per il Coronavirus non ha spostato il ciclo delle abitudini del TSLB.
Un’abitudine, come spiega Charles Duhigg in ” Il potere delle abitudini”, é composta di tre elementi stimolo, routine e ricompensa.
La regola principale è che questa esperienza serve a formarci e aiutato sempre più a far capire il mondo in cui lavorano i tecnici sanitari di laboratorio biomedico.
E’ una visione di come dare il proprio contributo professionale all’interno del sistema sanitario in termini di credibilità e robustezza tecnico – scientifica.
Mi rammarica che spesso ci si dimentica di chi non é vicino al paziente ma che contribuisce (come in questo caso) fattivamente.
Il punto è il senso delle proporzioni: non é etico distogliere attenzione e risorse da problemi reali in favore di rischi ipotetici.
I problemi più importanti da risolvere restano le principali malattie infettive e l’epidemia strisciante delle malattie neoplastiche, metaboliche e cardiovascolari attraverso il rafforzamento dei servizi sanitari di base.
In un contesto generale di crisi finanziaria, l’allocazione delle risorse deve rispettare criteri rigorosi di priorità… e ancora una volta è stata disattesa questa regola.
Le Regioni assumono medici ed infermieri e si dimenticano dei TSLB anch’essi destinati alla cooperazione per lo sviluppo della Salute globale. OVVIAMENTE con beneficio per il paziente.
26 febbraio 2020
Comunicato SITLaB
La nostra comunità suggerisce che tutte le informazioni su COVID – 19 debbano essere riferite a quanto raccomandato dall’ OMS e dalle Società Scientifiche.
La diffusione di notizie fuorvianti sta provocando falsi allarmismi difficilmente controllabili e verificabili e rendono difficile orientarsi tra notizie vere e fake news, una vera e propria “infodemic” come la chiama l’Oms.
Anche da questo punto di vista, per tutto il mondo sanitario TSLB Medici Infermieri questa prova rappresenta un evento che dimostrerà il valore e la missione attraverso un patrimonio professionale e competenze che vanno valorizzate e messe al servizio dei cittadini e della collettività.
SITLaB news – fonte di informazione Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico.
13 febbraio 2020
Comunicato SITLaB
La Medicina di Laboratorio è in grande cambiamento da almeno dieci anni a questa parte. Tradizionalmente focalizzata sull’aspetto analitico, è andata mutando verso una visione olistica, costruita intorno al paziente e, di conseguenza, centrata sulle necessità dei clinici. La trasformazione della Medicina di Laboratorio ha alcuni fondamentali motivi: il cambiamento strutturale del proprio focus, le modificazioni dell’assistenza e dell’organizzazione sanitaria; una crescente disponibilità tecnologica; il mutamento delle necessità formative. Ma è stata la maturazione della tecnologia l’elemento più eclatante del cambiamento. I problemi della sanità sono stati attribuiti dall’Institute of Medicine a 4 motivi principali: il crescere della complessità della scienza e della tecnologia, il mutamento demografico con l’aumento dei malati cronici, un sistema sanitario inadeguato, difficoltà nell’esplosione informatica. Lo sviluppo di scienza e tecnica è stato maggiore di quanto l’organizzazione sanitaria è riuscita a tradurre in pratica, per offrire una sanità sicura, efficace, efficiente ed equa. La Medicina di Laboratorio risponde a 4 livelli: la validità analitica; la validità clinica (a quale quesito clinico risponde); l’utilità clinica (qual è l’outcome dei pazienti che hanno utilizzato il test); il contesto sociale. Difficoltà persistono e grande attenzione è richiesta per l’accuratezza analitica, la ricerca degli outcome, l’azione nel contesto sociale. Infine l’aspetto organizzativo assume il ruolo di sintesi delle grandezze e dei limiti della tecnologia diagnostica. Sotto questo profilo, sono 3 i grandi temi della riorganizzazione italiana: superamento delle frammentazioni e disuguaglianze regionali nel servizio fornito; regole evidence-based ed ispirate ai modelli anglosassoni per la riorganizzazione del Laboratorio, compresa la problematica dei Point-of-Care Testing; il ripensamento ed il rilancio della preparazione dei professionisti della Medicina di Laboratorio.